Chiediamo spesso ai volontari di scrivere qualcosa sulla loro esperienza non appena tornati in Italia. Molti marinai, esploratori, scalatori, avventurieri raccontano di essere riusciti a scrivere solo dopo essere tornati.
Molto spesso il racconto di un’esperienza di volontariato parla del ritorno: di cosa ci ha cambiato, di quello che abbiamo scoperto di noi, di come vogliamo cambiare direzione e di cosa assolutamente non vogliamo modificare del nostro percorso.
“Siamo in aeroporto ad aspettare il volo che ci riporterà in Italia e ripensiamo all nostra esperienza a Rombo, ma è difficile trovare le parole per descriverla. Elaine, la nostra seconda mamma per queste tre settimane, uno dei primi giorni ci ha detto che per quanto uno possa immaginarsi l’Africa, finché non ne sente gli odori e ne vede i colori non può conoscerla davvero. Alla fine di questa esperienza non possiamo che condividere appieno questo pensiero: ci porteremo sempre nel cuore le cime del Kilimangiaro che si stagliano nel cielo, i tragitti da casa a scuola costellati dai saluti dei bambini che a malapena riesci a vedere (se non le loro manine) e i paesaggi di terra rossa che sembrano non avere fine. A Rombo abbiamo lasciato un pezzo di cuore, e ci auguriamo che anche i prossimi volontari possano provare quelle che abbiamo provato noi. “
Chiara, Giorgia, Greta e Letizia, volontarie in Kenya
“Di questa esperienza in Namibia, e in particolare nella Lifeline clinic, mi rimarrà sicuramente impresso nella mente il sorriso dei bambini della comunità locale e la loro abilità nel gioire delle più piccole cose. Loro, che hanno poco se non addirittura niente, nella loro purezza sono straordinariamente capaci di trovare la bellezza anche nelle difficoltà, assaporando con felicità ogni momento trascorso insieme.Non esiste più grande esempio di vita!”
Eleonora, volontaria in Namibia
“Sono state due settimane indimenticabili, le persone qui sono stupende, non hanno idea di quanto con ogni loro piccolo gesto, dal semplice Namastè per strada, mi facciano emozionare. Sono venuta qui con la presunzione di fare del bene e di aiutare, quando in realtà mi sembra che facciano per me più di quanto io stia facendo per loro.
In queste due settimane ho prestato servizio in una scuola ed è stata un’esperienza che mi ha regalato tantissime emozioni. Ho lavorato con i bimbi di tre anni ed è bastato un sorriso, un abbraccio, uno sguardo, una carezza o qualche gioco portato dall’Italia per superare qualsiasi barriera, anche quella linguistica. Abbiamo condiviso momenti di pura spensieratezza e felicità, riuscendo a creare un rapporto profondo sia con loro e sia con le insegnanti!” Giada, volontaria in Nepal
“Due grandi religioni (induismo e buddismo) che si incontrano e convivono pacificamente, un’infinita di templi, centinaia di motorini, migliaia di persone che si riversano nelle strade e tra gli stretti vicoletti. E ancora negozietti di cianfrusaglie, articoli da montagna e di spezie, sale da tè, ristoranti tipici e centinaia di odori diversi che provengono da ogni angolo della città .
Il primo impatto che ho avuto con Katmandu mi ha lasciato queste immagini.” Tommaso, volontario in Nepal
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