“Ad Aidone ho conosciuto ragazzi che hanno visto e vissuto esperienze che nessuno dovrebbe subire, che hanno lasciato le loro famiglie e le loro sicurezze in mondi lontani per provare a venire qui senza certezze di arrivare e ho visto i loro sguardi cambiare. Da terrorizzati e vuoti com’erano quando un giorno di metà agosto sono andata all’hotspot di Pozzallo a prendere un gruppo di giovani somali, a pieni di luce, colore, allegria e serenità anche solo dopo una parola di conforto o una semplice partita a Uno che facesse loro dimenticare per un istante il passato.alla fine questa esperienza per quanto lunga o breve che sia, serve di più a noi volontari che ai beneficiari, io loro li ricorderò per sempre, avrò nel cuore i loro volti e i loro insegnamenti e i loro nomi rimbomberanno nella mia testa per molto tempo, e sarò contenta se tra venti o trent’anni i ragazzi guardando indietro e ripensando alle calde giornate estive ad Aidone ricorderanno quei volontari un po’ pasticcioni che erano venuti da lontano per trascorrere del tempo con loro.”